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Gli ultimi quattro ornitologi, nell'ordine, sono: |
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Ulisse Aldrovandi Bologna 11.IX.1522 - Bologna 4.V.1605 Naturalista
eclettico e professore all'Università di Bologna, si occupò, tra
l'altro, di botanica, zoologia, mineralogia e paleontologia. Radunò
cospicue collezioni di libri e reperti naturalistici, in parte
ancora oggi conservati a Bologna. Compilò un gran numero di opere,
rimaste per lo più manoscritte poiché in vita pubblicò solo quattro
volumi di storia naturale e altri nove videro la luce, postumi, dal
1606 al 1668. A 77 anni, nel 1599, iniziò la pubblicazione del
trattato sugli Uccelli "Ornithologiae" in tre tomi, che portò a
compimento nel 1602. Nel titolo di quest'opera, compare per la prima
volta il vocabolo "Ornitologia", che ben presto si affermò nel
linguaggio comune. Nel trattato, riccamente illustrato con
xilografie, sono raffigurati numerosi uccelli italiani ed esotici,
oltre a varie razze di volatili domestici. |
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Giovanni Antonio Scopoli Cavalese, Trento 13.VI.1723 - Pavia 8.V.1788 Medico e naturalista, fu
professore di botanica e chimica all'Università di Pavia, dopo aver
lavorato dieci anni come medico dei minatori in Carniola (Slovenia)
e aver insegnato mineralogia in Slovacchia. Ardente estimatore e
corrispondente di Linneo, fu il primo italiano a descrivere nuove
specie di uccelli utilizzando la nomenclatura binomia. A lui si
devono l'introduzione dei generi Sylvia, Branta e
Apus e la descrizione originale di Calonectris diomedea,
Ardeola ralloides, Anser albifrons, Oxyura
leucocephala, Porzana parva, Charadrius dubius,
Tyto alba, Athene noctua, Ptyonoprogne rupestris,
Prunella collaris ed Emberiza melanocephala. |
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Ettore Arrigoni degli Oddi Ca' Oddo, Monselice, Padova 13.X.1867 - Bologna 16.II.1942 Conte e ornitologo
fu libero docente di zoologia all'Università di Padova. Dedicò la
sua vita alla caccia e allo studio dell'avifauna; fu autore di circa
250 contributi sull'ornitofauna europea e in particolare su quella
italiana. Formò la più grande collezione di uccelli paleartici
esistente nel nostro Paese, ricca di oltre 10000 esemplari che,
donata allo Stato italiano, fu destinata al Museo zoologico di Roma
dove è conservata. Coi tipi di Ulrico Hoepli pubblicò tre importanti
monografie: l'"Atlante ornitologico europeo" (1902), il "Manuale di
ornitologia italiana" (1904) e l'"Ornitologia italiana".
Quest'ultima, edita nel 1929, costituisce un compendio critico
completo delle conoscenze ornitologiche italiane dell'epoca e
risulta ancora insuperata per le descrizioni morfologiche delle
specie. Di ampio respiro anche il "Testo esplicativo ed illustrativo
delle disposizioni vigenti in materia venatoria" (1926) in cui
riporta integralmente i provvedimenti giuridici sulla caccia,
spiegando il significato dei termini tecnici riferiti ai sistemi
agli strumenti di caccia e alla loro legittimità d'uso. Descrisse
sette nuove sottospecie di uccelli italici, tre delle quali sono
oggi ritenute valide. Insieme a F. Cavazza, F. Chigi, A. Ghigi, G.
Martorelli e T. Salvadori, fu fondatore della "Rivista italiana di
Ornitologia" stampata per la prima volta a Bologna nel 1911. |
Dendrocopos major harterti, sottospecie descritta da Arrigoni degli Oddi nel 1902 per il sistema sardo-corso (Foto P. Brichetti) |
Edgardo Moltoni Oneglia, Imperia 5.VI.1896 - Milano 12.I.1980 Conservatore,
vicedirettore e infine direttore del Museo civico di Storia naturale
di Milano, in cui lavorò per 58 anni, fu naturalista e ornitologo.
Si rivelò fondamentale il suo impegno fattivo per la rapida
ricostruzione del museo dopo la distruzione bellica del 1943 e fu
insostituibile il suo apporto per l'incremento della collezione
ornitologica. Autore molto prolifico, lasciò una bibliografia di
oltre 500 titoli, in massima parte riguardanti l'ornitologia
italiana. Pur studiando e conoscendo a fondo l'avifauna italiana,
non pubblicò mai una monografia sull'argomento, limitandosi a
curare, in collaborazione con C. Vandoni, la seconda (1931) e la
terza (1961) edizione del libro "Gli uccelli d'Italia" di G. Martorelli. Pubblicò molto anche sull'avifauna delle colonie
africane: su questo argomento ricordiamo "Gli uccelli dell'Africa
orientale italiana" (1940-1944), in collaborazione con G. Gnecchi
Ruscone. Descrisse otto nuovi taxa tra i quali lo Zavattariornis
stresemanni, nuovo genere e nuova specie di corvide africano.
Per 49 anni diresse la seconda serie della "Rivista italiana di
Ornitologia" della quale era proprietario e a cui dedicò molte delle
sue energie. Intraprese numerose escursioni ornitologiche in
determinate parti d'Italia, pubblicandone i resoconti e fornendone
gli elenchi ornitologici. |
Il
Corvide di Zavattari (Zavattariornis stresemanni) descritto nel 1938
e raffigurato da G. Gallelli. |
Biografie tratte da: Barbagli F. & Violani C. 2002. Manuale di Ornitologia Vol. 3. Edagricole, Bologna | |